Buffy, un’eroina anche nella vita vera

Al giorno d’oggi le serie televisive sono parte integrante delle nostre vite: non sappiamo come trascorrere una serata? Basta un po’ di zapping fra le proposte di Netflix, Prime video, Disney+, etc; le guardiamo al cellulare mentre facciamo colazione o ci fanno compagnia durante un pranzo solitario; sono i nostri argomenti di conversazione preferiti “ma l’hai vista l’ultima puntata di Game of Thrones? Ma l’attrice che interpreta Lagertha quanto è brava?”; ci tatuiamo un simbolo anti-possessione come i fratelli Winchester nello stesso modo in cui da piccini provavamo a sconfiggere i nostri nemici con l’onda energetica.

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È interessante, quindi, in questo contesto – così fortemente seriale – come negli ultimi anni la figura femminile sia cambiata drasticamente. Dalla moglie perfetta che muove magicamente il naso per soddisfare le richieste del marito siamo arrivati alle donne forti e indipendenti: passando dai fondamentali anni Novanta con serie come la moderna Xena, principessa guerriera (nata dal fuoco di mille battaglie, ndr.) che si innamora di Olimpia, a Friends con tre donne diverse, ma fuori dai canoni, e poi le tre (quattro) Streghe, arriviamo al contemporaneo con una serie dedicata a due anziane signore, Grace e Frankie, che ancora cercano piaceri fisici.

Buffy l’ammazza-vampiri

Fra le tante figure femminili ho sempre trovato molto interessante quella di Buffy, la fortissima ammazzavampiri, andata in onda per la prima volta nel 1997.

Come dicevo, gli anni Novanta sono stati fondamentali per l’affermazione del ruolo della donna nel mondo dei telefilm: sono numerosi i prodotti seriali dedicati a figure femminili, indipendenti o con poteri.
Buffy è, a parer mio, diversa delle sue contemporanee. Xena (1995-2001), così come le tre/quattro Streghe (1998-2006) sono personaggi dai grandi poteri o grande forza, prescelte dal destino, ma sessualizzate nella loro immagine. Il completino di Xena lascia ben poco all’immaginazione e la poca simpatia per la biancheria intima delle streghe è evidente sin dalla prima puntata.

Quel che apprezzo in Buffy è che è un’eroina scelta per essere tale, non avendo bisogno di difendere la sua posizione, lei è The Vampire Slayer e nessuno può negarle il suo ruolo solo perché è una donna (ragazzina in realtà) o perché non mostra una scollatura provocante. Neanche la morte, che affronta ben due volte.

Ironica, forte e indipendente

Il suo personaggio è ironico, forte e rispecchia anche l’abusato concetto di indipendenza. Affronta difficoltà stereotipate come i vampiri dal terribile trucco, ma si ritrova a dover fare i conti anche con la vita vera, senza che nessuno le regali nulla (come accade invece in Streghe che guarda caso son sempre le migliori in tutto ciò che fanno). Frequenta la scuola come tutti, e dopo la tragica morte della madre, si ritrova a dover mantenere se stessa e la sorella accettando lavori poco qualificanti, passando da problemi che chiunque di noi può aver vissuto: le bollette da pagare, lavori di ristrutturazione della casa, la spesa da fare e le macchie di sangue da pulire.

I fidati amici

Non dimentichiamo, inoltre, che accanto a lei lottano i suoi fidati amici: Xander, un ragazzo impacciato che anche grazie alla vicinanza della Cacciatrice crescerà come personaggio, e Willow, probabilmente uno dei personaggi più forti delle serie televisive, una giovane strega molto potente che vivrà anche la difficile comprensione del suo vero io e che poi per il dolore della perdita scatenerà l’inferno in terra.

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Pensiamo anche che mentre a Sunnydale infuoca la lotta contro le forze del male, a New York quattro donne (Sex & the city, 1998-2004) pensano solo a relazioni tossiche, piaceri fisici, matrimonio e carriera, tutto in completi spesso succinti e bevendo Manhattan.

Buffy una di noi

È facile così rispecchiarsi in personaggi irreali, ma anche reali come Buffy. In lei vediamo non solo la lotta al male, ma anche la difficoltà della vita quotidiana. Eroine a tutto tondo. Quello che mi chiedo è come mai al giorno d’oggi sia cresciuto così tanto il numero di personaggi femminili, forzando un po’ questo politically correct. Sarà perché il pubblico è sempre più popolato da donne che sono a casa perché non trovano lavoro? Sarà per venire incontro alla richiesta o solo per evitare polemiche?
Quel che è certo è che ciò che vediamo in un modo o nell’altro influenza la nostra vita.


Noemi Spasari