
I classici ci insegnano da sempre, tramandati di secolo in secolo attraverso diverse forme, i segreti più preziosi della vita, le molteplici sfaccettature dell’animo umano e i sentimenti più valorosi da porre come vessillo delle nostre esistenze. Riportare alla luce oggi le memorabili peripezie e le poetiche azioni del Cyrano de Bergerac, protagonista dell’omonima commedia di Edmond Rostand, significa anche rimaneggiare alcuni particolari per adattarli al meglio al contesto contemporaneo. E l’attesissima pellicola diretta da Joe Wright, “Cyrano“, in uscita nelle sale italiane il 21 gennaio 2022, con Peter Dinklage (Cyrano de Bergerac), Haley Bennett (Roxanne) e Ben Mendelsohn (De Guiche), è l’adattamento cinematografico di cui avevamo bisogno. Lo abbiamo visto in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.
Cyrano de Bergerac: le origini

Il Cyrano de Bergerac è una celebre commedia in cinque atti pubblicata nel 1897 dal poeta drammatico francese Edmond Rostand. Ha come protagonista un personaggio dal naso particolarmente lungo, sbeffeggiato da molti per il suo aspetto ma nel suo cuore serba un amore “romantico” per una bella fanciulla che, secondo lui, non potrebbe mai ricambiare il suo sentimento. Nonostante la sua fisicità lascerebbe pensare che si tratti di un mostricciattolo senza anima, Cyrano è in realtà un attento pensatore, un abile spadaccino, un enigmatico paroliere, un poeta sognatore e un amante della vita.
Scaltro, astuto e valoroso, Cyrano ha sempre la battuta pronta tanto da mettere spesso a nudo i suoi rivali. Disprezza i furbi e i potenti, loda gli umili e chi ha solo buoni sentimenti. Cyrano è segretamente innamorato di una sua cugina, Rossana (la Roxanne della pellicola di Wright), con cui condivide la passione per la poesia e per le parole romantiche. E sono mossi dalla stessa sensibilità verso il mondo.
Cyrano nutre per lei un affetto candido e la protegge dagli sporchi sguardi delle folle. Ma presto scopre che ella ama un altro uomo, il giovane cadetto Cristiano de Neuvillette, e sarà anche costretto, spinto proprio da Rossana, a proteggerlo in segno della loro profonda amicizia. Tra i due, Cristiano e Cyrano, nascerà un’amicizia leale e fraterna. Ma l’animo dello spadaccino sarà sempre diviso tra il rispetto della parola data a Roxanne e la sua gelosia verso questa. Cyrano proverà anche ad insegnare a Cristiano a comporre dei versi romantici, tanto apprezzati da Rossana, finendo per scrivere delle lettere d’amore al posto del giovane cadetto spacciandosi per lui agli occhi della ragazza innamorata.
Cyrano de Bergerac: da Rostand a Joe Wright

Amore, guerra, sacrificio, morte. Tutti gli elementi della commedia, nella pellicola di Wright, toccano un’intensità drammatica molto alta, anche grazie all’uso di una forte musicalità. Il Cyrano di Joe Wright si basa infatti sull’adattamento dell’omonimo musical di Erica Schmidt, che vedeva già Peter Dinklage nei panni del celebre spadaccino. Rispetto al classico francese, alcuni elementi sono volutamente tramutati in accezioni più vicine alla nostra epoca.
A fare da padrone non è più un difetto fisico sul volto dell’eroe. Bensì una patologia fisica portata sul grande schermo da una star di Holliwood che fa della sua diversità un punto di forza: il nanismo. Il Cyrano di Wright diventa infatti un freak, un emarginato. Peter Dinklage è lo specchio dell’inadeguatezza del personaggio, incarnando un Cyrano privato del suo naso portato “ognor con sé”, ma abitante di un corpicino da folletto. Ma, proprio come il suo antenato della commedia, spicca per essere un “galletto insolente” anche in questa versione. Non perde infatti la tempra tipica del personaggio di Rostand, né il suo fascino. Anzi, proprio grazie a questa nuova caratteristica, Dinklage rappresenta tutta la sua esperienza ed i suoi limiti, i difetti della sua forma, l’insicurezza del suo corpo e realizza un perfetto eroe cavalleresco in grado di generare un pathos profondo.
“Il mio destino è amarla da lontano”, confessa l’eroe al suo fedele amico Le Bret (Brian Tyree Henry). Anche Haley Bennett regala allo spettatore la figura di una giovane dai gesti aggraziati e dalle azioni pure, ma con un carattere deciso ed una volontà di indipendenza. Kelvin Harrison Jr., nei panni del cadetto Christian, è invece un giovane spavaldo ma leale, amichevole ma con poco spessore intellettuale, un ragazzo ordinario che prima dell’anima guarda alla preziosità della carne.

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Ma nel Cyrano di Wright c’è molto altro: body shaming, connessioni virtuali, incomunicabilità dell’epoca moderna, c’è il nascondimento dell’io dietro delle maschere precarie. E infine c’è la grande protagonista: la musica. I dialoghi tra i personaggi sono esecuzioni musicali. Non si tratta solo di conversazioni buttate a casaccio, ma sono dei botta e risposta ritmati, a tratti allegri e drammatici. Non dimentichiamo che le musiche della pellicola sono state curate dai The National.
A non mancare è una componente estetica che spicca in un’esplosione di colori, scenari caratteristici e costumi meravigliosi di Massimo Cantini Parrini. Non a caso, il film è stato girato quasi interamente a Noto e nella parte conclusiva a Scicli.
Il Cyrano di Joe Wright è un musical da vedere tutto d’un fiato. Col cuore e la mente aperti a tutti i disagi che affliggono l’individuo dalla notte deie tempi Il regista di “Orgoglio e pregiudizio” (2005) e “Espiazione” (2007) non vi risparmierà le lacrime neanche stavolta.