Parliamo di libri! O meglio parliamo di come nascono alcuni incontri riusciti tra un lettore vagante e un romanzo che ancora non conosciamo.
Partiamo dal libro Una nave di carta di un poco conosciuto, almeno in Italia, Scott Spencer. Scrittore americano che Sellerio ha pensato bene di farci scoprire con due dei dieci romanzi all’attivo: il sopra citato, e Una storia senza fine del 1979: capitolo sull’ossessione amorosa di due adolescenti in chiave drammatica di cui Zeffirelli pensò bene di farne un adattamento cinematografico. Parlando del film Spencer disse che il regista toscano aveva “egregiamente e ridicolmente frainteso” il romanzo.
Non mi soffermerò eccessivamente sulla trama di Una nave di carta, e non per pigrizia, o forse sì, ma a chi importa. Quello che qui è necessario sapere è la storia che si può nascondere dietro questo libro, l’imprevisto dettato dal destino in una calda mattina di maggio.
Certo capisco la confusione in questo preciso momento. Una rubrica che consiglia o parla di libri dovrebbe consigliare o quanto meno dirmi cosa racconta un libro, e invece no, o per lo meno non questa volta. Diciamo che noi di “parlarne tra uova” circumnavighiamo la letteratura, un po’ come se fossimo degli esploratori a caxxo (mi sono permesso una licenza poetica). Quindi cerchiamo di raccontarvi qualcosa, rendervi partecipi anche del nostro stupore o della nostra delusione. Il termine esatto è suggestione, Spargiamo briciole qua e là. Potete raccoglierle, potete calpestarle e andare avanti non importa, resto del parere che è il caso a dettare le regole del gioco anche nella lettura. Dio! Può esistere qualcosa di più interessante dei soliti titoli che vi propongono tutti sull’onda del classico riconosciuto e del contemporaneo che fa tendenza.
Allora tiriamo per un attimo i remi in barca, e lasciamo che la nostra piccola barca vaghi per un po’ cullata dalla corrente.
Alcuni anni fa lavoravo in un bar. il mio compito era quello di preparare caffè e cappuccini più o meno riusciti, e servirli ai clienti che sedevano fuori, intenti a fare o disfare le proprie vite in rigoroso silenzio. Lei era biondina, capelli corti a caschetto, cappotto lungo fino alle caviglie, sedeva con gli occhi e le mani che in sincrono delicatamente sfogliavano le pagine di un libro che io non conoscevo. Ora fermi un attimo. Certo, si dia il caso che i baristi, produttori di piccole gioie mattutine, siano degli ottimi osservatori, che non lascino nulla al caso, ma quel libro, quel libro divenne in un attimo come una piccola ossessione. La mia mattina era compromessa per sempre.
Questa è una storia, di un doppio incontro. La storia di un corpo fatto di pagine che ha vagato per Milano in cerca di qualcuno, e la storia di una ragazza che era lì seduta.
Lasciate fare alla vita, ne sa più di noi credetemi. Lasciate che gli incontri vi portino là dove non pensavate di poter andare, lasciate per un attimo il pieno controllo, i consigli; coraggiosi lettori avanzate nello sconosciuto mondo della lettura di strada, fatta di fallimenti e di successi, di vite che ancora non ci appartengono. Stupitevi.
No, non ho più incontrato quella ragazza, però ogni volta che rileggo Scott Spencer penso a lei.
Antonio Di Dio