Il contributo di David Bowie all’orgoglio LGBT e al dibattito gender

Durante il mese del Pride omaggiare tutte le personalità che hanno contribuito all’orgoglio LGBT sembra essere un dovere. Non si tratta di un obbligo, bensì di un modo per non dimenticare tutte le battaglie che sono state fatte nel corso degli anni per raggiungere quelle piccole vittorie che si spera di triplicare sempre di più nei decenni a venire. Nel mondo dello spettacolo sono stati molti i personaggi che si sono uniti alla stregua battaglia per la libertà sessuale, ed altri che sono diventati vere e proprie icone. Nella musica ci sono stati anni in cui cambiare le carte in tavola del genere era un’abitudine, come negli ’70 o ’80, ma dietro alla moda c’erano anche dei concetti importanti. E forse in pochi sanno che la prima rockstar a dichiararsi gay fu nientepopodimeno che David Bowie, la comunità LGBT deve molto alla sua figura.

David Bowie e i mascheramenti LGBT con Ziggy Stardust

In un’intervista del 1972, quando già vestiva i panni di Ziggy Stardust, il camaleontico artista britannico dichiarò al Melody Maker di essere omosessuale. “Sono gay e lo sono sempre stato, anche quando ero solo David Jones”, disse.

Oggi penseremo che vedere una rockstar vestita in tutine attillate e scarpe col tacco non ha nulla di insolito. Ma in quegli anni vigeva un pensiero ancora repressivo sull’argomento. Bowie compariva sul palco con colori sgargianti, abiti strettissimi, scarpe molto alte e trucco esagerato sul volto. Sulle copertine degli album appariva in stili femminei: in The Man Who Sold the World aveva i capelli lunghi, il personaggio di Ziggy Stardust spiccava per i suoi capelli rosso fuoco. Bowie cercava in ogni modo di incarnare la libertà d’espressione della sessualità, nonostante nel ’71 diventò padre di Duncan Jones, l’attuale regista. Furono molte le critiche mosse contro di lui, come la credenza che egli usasse quell’immagine androgina solo per attirare l’attenzione dei media. Infatti non passò molto tempo che Bowie rettificò la sua dichiarazione. “È vero: sono bisessuale. Ma non posso negare di aver usato molto bene questo fatto.

Nel 1979 il video di Boys Keep Swinging destò non poco scandalo. Bowie compariva infatti abbigliato e truccato come una donna nonostante le intenzioni fossero tutto fuorché serie. Sembrava quasi una sfilata di canoniche maschere femminili.

Ma bastò davvero poco per fare un cambio di marcia e spogliarsi dall’androginia. Era il 1983, nel pieno successo di Let’s Dance, quando Bowie iniziò a mettere da parte quel suo lato fluid e a mostrarsi senza più eccessi.

Rivelazioni e passi indietro

“Era come se volessi dare a Ziggy sangue e muscoli. L’ironia però era che non ero gay. Era come se mi volessi mettere alla prova, ma in tutta franchezza, non mi sentivo a mio agio’‘.

Così dichiarò quando sostenendo che la sua omosessualità nasceva non tanto da lui ma del personaggio che interpretava in quel momento della sua carriera.

Mascherarsi dall’alieno sbarcato sulla Terra, non era solo indossare una maschera ma fu una vera e propria immedesimazione che per essere davvero riuscita doveva passare quasi per una svendita della propria anima in favore dello Ziggy di turno.

L’importanza di David Bowie per la comunità LGBT

Tuttavia, fu uno degli artisti che in quegli anni portò alla ribalta le differenze sessuali, l’androginia e la fluidità della propria immagine e l’orgoglio LGBT deve molto a David Bowie. La sua musica ed il suo essere influenzarono molte vite. Fu uno dei primi drag, così sessualmente ambiguo e trasgressivo nel portare schiettamente sullo schermo la diversità. Anche se finì la sua vita sposato con la modella somala Iman (e non deve sembrare una sciagura, anzi…), non si può dire che Bowie non abbia influito nella nascita dell’orgoglio della comunità omosessuale. I suoi personaggi eclettici, fuori dalle righe, provocatori e anticonformisti, ruppero molte barriere che, in loro assenza, probabilmente sarebbero rimaste così com’erano.

David Bowie fu fonte di ispirazione per tutti coloro i quali non riuscivano a mostrare i loro reali sentimenti con lo stesso sangue freddo. Ossia la neo comunità LGBT. A pochi anni dalle rivolte del ’68 e dai dibattiti sulle differenze tra uomo e donna, egli portò sul palco il concetto di gender. Ma prima ancora che scoppiasse l’AIDS nel decennio dopo e tutti iniziavano a perlustrare la propria sessualità, Bowie si era già spogliato dall’alieno asessuato Ziggy Stardust e iniziò a porre l’attenzione altrove. Ma ormai, ciò che aveva fatto, non poteva più passare inosservato.

Elisabetta Di Cicco