Quel polpo alla gola che non ti fa respirare

Ma voi l’avete mai provata la sensazione del polpo alla gola? Quello stringente e fastidioso senso di colpa che ti impedisce quasi di respirare? Beh se lo avete provato questo è l’articolo che fa per voi. In caso contrario, continuate lo stesso la lettura per capire di cosa stiamo parlando. Un indizio? C’entra quel fumettaro di Rebibbia, Zerocalcare.

Un polpo alla gola è il secondo libro di Zerocalcare, pubblicato da BAO Publishing nel 2012 (il primo è La profezia dell’armadillo), vincitore al Lucca Comics & Games del premio Gran Guinigi per la migliore storia breve.

Un polpo alla gola, Zerocalcare

E vi parliamo di questa graphic novel proprio per il mood di settembre del #backtoschool, perché? Lo scoprirete solo leggendo.

Un polpo alla gola

Partiamo dal presupposto che Zerocalcare lo dovrebbero leggere tutti, soprattutto chi nei trent’anni ogni giorno affronta le sfide più difficili della vita e nemici mortali e carciofi come strumento del maligno.

La storia del polpo alla gola ha come sempre l’autore come protagonista, si svolge in tre fasi della sua vita, ma tutti gli eventi gravitano poi intorno agli anni scolastici. E ai loro strascichi.

Zero è accompagnato dai suoi compagni di scuola e dai suoi punti di riferimento del momento: Dart Fener o He-Man per l’infanzia (i miei sarebbero stati Sailor Moon e Goku), e poi Kurt Cobain, Joe Strummer e Che Guevara. E detto questo ancora non vi ho incuriositi o fatto diventare grandi fan di questo fumettaro?

Un polpo alla gola, Zerocalcare

Ma che succede per scatenare l’attacco di questo polpo alla gola? Siamo alle elementari, fra bravate e prove di coraggio varie, anni in cui se non hai visto la puntata dei Cavalieri dello zodiaco non sei nessuno, anni in cui se perdi una sfida sei segnato a vita. Ed è per una di queste sfide che il nostro Zero si avventura nel bosco vicino alla scuola con gli amici Secco e Sarah, venendo poi scoperto. Ed è lì che messo alle strette darà la colpa a Sarah perché essendo femmina ” non sarà messa in punizione o mandata dal preside”. Eccolo il polpo che si prepara ad attaccare, pronto a stringersi alla gola nel momento in cui la colpa ricade su un’altra persona.

La serietà dietro lo scazzo

A questa storia apparentemente banale si intreccia quella più drammatica di altri personaggi legati alla scuola dei ragazzini, come sempre in Zerocalcare, dietro lo scazzo si nasconde qualcosa di più profondo.

Infatti, questa graphic novel apre alla discussione che poi riporta la quarta di copertina “ricorda: nessuno guarisce dalla propria infanzia”. I traumi, anche quelli che all’apparenza potrebbero non sembrare tali, quei momenti “goliardici” fra amici, volente o nolente saranno sempre con te.

Ed è così che i banchi di scuola in qualche modo si trasformano in una trincea, dove chi resta indietro di una puntata è perduto. Anni in cui se scarichi la colpa addosso a qualcuno poi il senso di colpa o il polpo alla gola, te lo porterai dietro per sempre.

Un polpo alla gola, Zerocalcare

La mente contorta di Zerocalcare

Ci sono degli elementi ricorrenti nelle tavole del fumettista, non solo in questo romanzo, ma nella sua arte in generale. Un esempio? Sua madre rappresentata come Lady Cocca di Robin Hood (ripeto, lo adoro), la sua coscienza sotto forma di armadillo, etc. Ma anche i suoi “spiriti guida”, come sono in questo caso He-Man o Dart Fener (precisiamo che la traduzione anni ’80 fa venire i brividi a tutti). Il tutto per rendere più universale il messaggio di un ragazzo, che poi è il messaggio di tutti noi.

Noemi Spasari