Parlare di questo film mi viene ancora difficile. Le urla, i pianti, i sussulti, le risate e le sorprese hanno coinvolto un’intera sala, rendendo noi pubblico non solo spettatori, ma parte integrante di questa meraviglia. A volte accade di uscire dal cinema con la voglia di ritornarci immediatamente, di rivivere ciò che si è appena vissuto, perché non è abbastanza. Gli occhi ancora lucidi dopo le lacrime appena versate, il magone, il cuore che pulsa freneticamente, il pensiero costante anche dopo alcuni giorni, che occupa incessantemente il nostro cervello. Questo è Spiderman: No way home. Una pellicola coinvolgente, malinconica, potente, adrenalinica. È un progetto ben riuscito, che soddisfa ampiamente le aspettative, se non addirittura superandole. Nonostante le congetture, le malelingue e i presunti rumors, è stato capace di darci una nuova visione del famosissimo Uomo Ragno e il ruolo che avrà nell’universo MCU.

SPIDERMAN: DOVE ERAVAMO RIMASTI
La storia riprende dal momento in cui Mysterio rivela al mondo l’identità di Spiderman, ovvero Peter Parker, e lo accusa apertamente della sua morte. Il ragazzo oramai non riesce a tenere separate le sue due vite, le sue due identità, per colpa dei media. Quando chiede aiuto a Doctor Strange, le cose si complicano, per lui e per tutto l’universo. Inizierà un lungo e difficile viaggio interiore per il protagonista, alla ricerca e scoperta di ciò che significa essere un supereroe, Spiderman.

BENVENUTI NEL MULTIVERSO
Scoprirà a sue spese che non è possibile riavvolgere la pellicola, premere il pulsante replay; ci sono due vie: andare avanti o ricominciare da capo. Ora più che mai, gli viene richiesto di essere un esempio, una guida. Dopo che l’incantesimo di Strange non va a buon fine, nuovi nemici arriveranno da ogni dove, persino da altre dimensioni. Alcuni li abbiamo già visti nella trilogia di Sam Raimi, altri nei film di Amazing Spider-Man. Riuscirà il nostro Peter a ristabilire l’equilibrio rispendendoli nelle loro realtà, salvaguardando la sua? O sarà destinato a fallire. In questa missione non sarà solo, ci saranno “l’uomo sulla sedia”, il migliore amico Ned e la caparbia e intelligente fidanzata MJ. Anche se l’alleato più importante sarà se stesso: Peter Parker, il vero eroe oltre la maschera.

SPIDERMAN: NO WAY HOME È UN VIAGGIO SULLE MONTAGNE RUSSE
Questo film mostra una cura enorme nei dettagli, soprattutto nella regia, nella fotografia e nei dialoghi. Interpretazioni sorprendenti ed emozionanti, tra cui spicca, senza ombra di dubbio, quella del protagonista Tom Holland, che lascia senza fiato. La sceneggiatura è curata nei minimi dettagli, alternando azione a battute, pianti a risate; delle vere e proprie montagne russe di emozioni. Si capisce immediatamente il rispetto e la cura con cui viene raccontata la storia di un ragazzo adolescente che sta maturando, con riferimenti al fumetto originale.

SPIDERMAN: NO WAY HOME E L’EROE DIETRO LA MASCHERA
L’empatia che si crea con Peter è così naturale e immediata, che si vive pienamente la vicenda in prima persona. La sua vulnerabilità, la sua innocenza e sensibilità ci mostrano la fragilità dell’uomo e al tempo stesso dell’eroe. I ricordi e l’attività sono il cardine, dove tutti fatti ruotano.

SPIDERMAN: NO WAY HOME È UN OMAGGIO AI COMICS E UN REGALO AI FAN
Insomma, questo film è un ritorno alle origini, sull’allegoria legata al mito del Uomo Ragno. Un omaggio all’uomo, a Peter, più che al supereroe, vero fulcro della leggenda. Un lungometraggio che riempe il cuore, che non dà spazio a critiche, fa onore alla tradizione, come mai prima d’ora. È difficile pensare che un progetto simile sia stato realizzato in maniera così reale e complessa, descrivendo l’ambivalenza tra l’adolescenza e l’eroicità. Un commovente e sincero regalo per i fan dell’Uomo Ragno, senza dimenticare il vero eroe, Peter Parker.

Da un grande potere derivano grandi responsabilità
Zio Ben e Zia May